Hai lanciato il tuo e-commerce, i prodotti piacciono, le campagne girano e… din don! Arriva il primo ordine dalla Francia. O magari dagli Stati Uniti. Fantastico, vero? Poi però ti fermi un secondo e ti sale il brivido freddo lungo la schiena: “E adesso con l’IVA come faccio?”.

Fai un bel respiro profondo e niente panico. Lo so, la normativa fiscale italiana (ed europea) sembra fatta apposta per farci passare la voglia di vendere, ma se capisci i meccanismi base non è poi così mostruosa come sembra.

Oggi proviamo a fare ordine nella giungla dell’IVA per le vendite online, distinguendo tra UE ed Extra-UE e tra Privati (B2C) e Aziende (B2B). Disclaimer: io mi occupo di strategia e marketing, non sono il tuo commercialista. Quindi leggi, impara, ma poi fai sempre un check finale con lui (e se ti dice che “si è sempre fatto così”, scappa!).

Vendite in Unione Europea (UE): Il confine invisibile

Qui le cose sono cambiate parecchio dal 1° luglio 2021 (il famoso pacchetto e-commerce). La regola d’oro è: dove va la merce?

    Se vendi a PRIVATI
    Qui c’è la grande novità che ha semplificato la vita a molti (e complicata a chi non si aggiorna). C’è una soglia magica di 10.000 euro.

    Sotto i 10.000€ l’anno (di vendite totali in tutta Europa, non per singolo paese!): Rimani tranquillo. Applichi l’IVA italiana (22%) come se vendessi al vicino di casa a Treviso. Emetti il tuo scontrino/corrispettivo o fattura italiana e fine.

    Sopra i 10.000€ l’anno: Qui scatta il “campanello”. Non puoi più usare l’IVA italiana. Devi applicare l’IVA del paese di destinazione (es. il 19% in Germania, il 20% in Francia, ecc.). Il panico: “Devo aprirmi una partita IVA in ogni stato?!” No! Per fortuna esiste il regime OSS (One Stop Shop). Ti iscrivi una volta sola qui in Italia, applichi le aliquote corrette estere e versi tutto trimestralmente all’Agenzia delle Entrate italiana, che poi “girerà” i soldi agli altri stati. Consiglio: Configura bene il tuo CMS (Shopify, WooCommerce, Magento) per calcolare l’IVA corretta al checkout quando il cliente supera la soglia.

    Il consiglio strategico (che fa felice il portafoglio)

    Molti mi chiedono: “Luca, ma se in Germania l’IVA è al 19% e in Italia al 22%, devo abbassare il prezzo ai tedeschi?”

    Assolutamente no. Ecco una strategia che applico spesso: mantieni il prezzo al pubblico (lordo) uguale in tutta Europa L’Italia ha una delle aliquote IVA più alte (22%). La maggior parte degli altri paesi europei sta sotto (Germania 19%, Francia 20%, Lussemburgo 17%, ecc.). Se tu vendi un prodotto a 100€ (IVA inclusa):

    • In Italia: Versi circa 18€ di IVA e ti restano in tasca 82€.
    • In Germania: Versi circa 16€ di IVA e ti restano in tasca 84€.

    Vedi la differenza? Quei 2€ in più su ogni ordine diventano extra-margine pulito per la tua azienda, senza che tu debba fare nulla. In più, ti semplifichi enormemente la vita lato gestione listini: un solo prezzo per tutti, meno mal di testa e più guadagno dove l’IVA è più bassa.

    Se vendi ad AZIENDE
    Qui vige la regola del “Reverse Charge” (inversione contabile). Se l’azienda a cui vendi è iscritta al VIES (il registro delle partite IVA europee autorizzate):

    • Tu emetti fattura senza IVA (Non imponibile).
    • Loro pagheranno l’IVA nel loro paese.

    Occhio: Devi controllare che la loro Partita IVA sia valida sul sito del VIES prima di spedire, altrimenti l’Agenzia delle Entrate viene a bussare a te! Per controllare puoi andare qui https://ec.europa.eu/taxation_customs/vies/

    Vendite Extra-UE: Il Far West (ma con le regole)

    Se spedisci fuori dall’Europa (es. USA, Svizzera, UK, Cina), il concetto di base cambia. Per il fisco italiano questa è una Esportazione.

      Sia per B2B che per B2C
      La regola è semplice: NON applichi l’IVA in fattura. L’operazione è “Non imponibile art. 8”.

      Sembra bellissimo, vero? Vendere senza IVA! Ma c’è un “ma” grosso come una casa. Per dimostrare che quella merce è uscita davvero dall’Europa e non l’hai venduta sottobanco al cugino in Italia, ti serve la prova regina: la Bolletta Doganale di uscita.

      Se vendi un pacchettino in America e non hai la prova che ha passato la dogana, in caso di controllo ti chiederanno l’IVA (più sanzioni) su quella vendita. Quindi: Fattura a zero IVA (art. 8).

      Assicurati che il corriere ti dia i riferimenti doganali (MRN).

      Il cliente pagherà i dazi e l’IVA locale quando il pacco arriva a casa sua (è bene scriverlo chiaro nelle condizioni di vendita, altrimenti ti tornano indietro i pacchi perché il cliente non vuole pagare la dogana!).

      Buone vendite!